6 poesie d'amore latinoamericane che ti faranno passare alle lacrime
C'è qualcosa di più bello di una poesia d'amore? Sicuramente non troppe cose. Una poesia ha la capacità di trasmettere idee e sentimenti profondi in poche righe.
Puoi persino cambiare la nostra giornata!
Questi poeti latinoamericani hanno saputo muoversi come nessun altro con le loro battute e adorerai leggere le loro poesie d'amore.
1. Ti amo - Mario Benedetti

Le tue mani sono la mia carezza
i miei accordi di tutti i giorni
Ti amo perché le tue mani
lavorano per la giustizia
Se ti amo, è perché lo sei
amore mio complice e tutto il resto
e sulla strada fianco a fianco
Siamo molto più di due
i tuoi occhi sono il mio incantesimo
contro la brutta giornata
Ti amo per il tuo look
che guarda e semina futuro
la tua bocca che è tua e mia
la tua bocca non è sbagliata
Ti amo perché la tua bocca
sa gridare ribellione
Se ti amo, è perché lo sei
amore mio complice e tutto il resto
e sulla strada fianco a fianco
Siamo molto più di due
e per la tua faccia sincera
e il tuo passo errante
E le tue lacrime per il mondo
perché sei gente che ti amo
e perché l'amore non è aureola
né candida morale
e perché siamo una coppia
chissà che non sia sola
ti amo nel mio paradiso
vale a dire che nel mio paese
le persone vivono felici
anche se non ho il permesso
Se ti amo, è perché lo sei
amore mio complice e tutto il resto
e sulla strada fianco a fianco
Siamo molto più di due.
2. Non è che muoia d'amore - Jaime Sabines

Non che muoia per amore, muoio per te.
Muoio di te, amore, di amore per te,
della mia urgenza della mia pelle,
dalla mia anima, da te e dalla mia bocca
e quanto sono insopportabile senza di te.
Muoio di te e di me, muoio di entrambi,
da noi, da quello,
strappato, diviso,
Sto morendo, sto morendo, moriamo
Moriamo nella mia stanza dove sono solo
nel mio letto ti stai perdendo,
nella strada dove il mio braccio si svuota,
nel cinema e nei parchi, i tram,
i luoghi in cui la mia spalla
abituati
e la mia mano la tua mano
e ti conosco tutti come me stesso.
Moriamo nel posto che ho prestato in aria
così che sei fuori di me,
e nel luogo in cui finisce l'aria
quando ti metto la pelle addosso
e ci conosciamo in noi stessi,
separato dal mondo, felice, penetrato,
e vero, senza fine.
Moriamo, lo sappiamo, lo ignorano, moriamo
tra i due, ora, separati,
l'uno dall'altro, ogni giorno,
cadere in più statue,
in gesti che non vediamo,
nelle nostre mani che hanno bisogno di noi.
Moriamo, amore, muoio nel tuo ventre
che non mordo o bacio,
sulle tue cosce dolci e vivaci,
Nella tua carne infinita muoio di maschere
di triangoli scuri e incessanti.
Muoio dal mio corpo e dal tuo corpo,
della nostra morte, amore, muoio, moriamo.
Nel pozzo dell'amore a tutte le ore,
inconsolabile, urlando,
dentro di me, voglio dire, ti chiamo,
Quelli che sono nati ti chiamano, quelli che vengono
da dietro di te, quelli che vengono da te.
Moriamo, amiamo e non facciamo nulla
ma muori di più, ora dopo ora,
e scrivici, parla con noi e muori.
3. Gli amanti - Julio Cortázar
Chi li vede camminare per la città
se tutti sono ciechi?
Si tengono per mano: qualcosa parla
tra le dita, lingue dolci
Leccano il palmo bagnato, corrono giù per le falangi,
e sopra c'è la notte piena di occhi.
Sono amanti, la loro isola galleggia alla deriva
alle morti in erba, ai porti
che si aprono tra i fogli.
Tutto è incasinato attraverso di loro,
tutto trova il suo numero nascosto;
ma non lo sanno nemmeno
mentre rotolano nella sua sabbia amara
c'è una pausa nel lavoro del nulla,
la tigre è un giardino che gioca.
Sorge nelle macchine della spazzatura,
il cieco inizia a venire fuori,
il ministero apre le sue porte.
Gli amanti arresi si guardano e si toccano
ancora una volta prima di annusare la giornata.
Sono già vestiti, stanno andando per la strada.
Ed è solo allora
quando sono morti, quando sono vestiti,
che la città li recupera ipocrita
e impone loro doveri quotidiani.
4. Ceneri - Alejandra Pizarnik

La notte si spezzò di stelle
guardandomi stupito
l'aria lancia odio
abbellì il suo viso
con la musica.
Presto andremo
Sogno arcano
antenato del mio sorriso
il mondo è distrutto
e c'è un lucchetto ma nessuna chiave
e c'è terrore ma non lacrime.
Cosa devo fare con me stesso
Perché ti devo ciò che sono
Ma non ho domani
Perché tu ...
La notte soffre.
5. L'amante - Jorge Luis Borges

Lune, avori, strumenti, rose,
lampade e la linea Dürer,
le nove cifre e lo zero che cambia,
Devo fingere che quelle cose esistano.
Devo fingere che in passato lo fossero
Persepoli e Roma e quell'arena
sottile misurato la fortuna della merlatura
che i secoli del ferro hanno annullato.
Devo fingere armi e pira
dell'epopea e dei mari pesanti
Lascia che i pilastri rosicchino dalla terra.
Devo fingere che ce ne siano altri. È una bugia.
Solo tu lo sei. Sei la mia sfortuna
e la mia felicità, inesauribile e pura.